Il tema affidato dal Santo Padre alla prossima Assemblea Generale Straordinaria è: Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione. Riguardo ad esso mi preme sottolineare due aspetti. Il primo riguarda l’attenzione prioritaria all'evangelizzazione cui tutto deve tendere nell'essere e nell'agire del popolo di Dio. La Chiesa non esiste per se stessa, ma per la gloria di Dio e la salvezza degli uomini, cui è chiamata a portare la gioia del Vangelo. Questa gioia va annunciata a tutti, a cominciare dalla famiglia, cellula decisiva della società e della Chiesa stessa. Il secondo aspetto che vorrei rilevare è il taglio "pastorale", accentuato nella formulazione del tema, prospettiva con cui il Santo Padre invita a guardare il valore e le sfide della vita familiare oggi.
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L’invito che ne deriva per tutta la Chiesa è a mettersi in ascolto dei problemi e delle attese che vivono oggi tante famiglie, manifestando ad esse vicinanza e proponendo loro in maniera credibile la misericordia di Dio e la bellezza del rispondere alla Sua chiamata. In particolare, in un contesto come quello della cosiddetta "modernità liquida" (Zygmunt Bauman), in cui nessun valore sembra più assodato e l’istituto familiare è spesso contestato, se non del tutto rifiutato, diventa particolarmente significativo mostrare i caratteri profondamente umanizzanti della proposta cristiana sulla famiglia, che non è mai contro qualcuno, ma sempre ed esclusivamente a favore della dignità e della bellezza della vita di tutto l’uomo in ogni uomo, per il bene dell’intera società. Come avevano affermato i Padri del Vaticano II la famiglia è una "scuola di umanità più ricca", in cui "le diverse generazioni si incontrano e si aiutano vicendevolmente a raggiungere una saggezza umana più completa e a comporre convenientemente i diritti della persona con le altre esigenze della vita sociale" (Gaudium et spes 52).
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Certamente, vivere in pienezza il Vangelo della famiglia non è facile, né scontato, e spesso le condizioni concrete dell’esistenza tendono a minare anche gli sforzi migliori: si pensi alla fragilità psicologica e affettiva possibile nelle relazioni familiari; all'impoverimento della qualità dei rapporti che può convivere con "ménages" all'apparenza stabili e normali; allo stress originato dalle abitudini e dai ritmi imposti dall'organizzazione sociale, dai tempi di lavoro, dalle esigenze della mobilità. Inoltre, la cultura di massa veicolata dai media influenza e corrode talvolta le relazioni familiari, invadendo la famiglia con messaggi che banalizzano il rapporto coniugale. Diventa allora più che mai vitale coniugare l’impegno quotidiano in famiglia a condizioni che la sostengano tanto nell'ambito della società civile, quanto nella comunità ecclesiale, motivando concretamente la bellezza e la fecondità "della fede nella sacramentalità del matrimonio e nel potere terapeutico della penitenza sacramentale".
Mons. B. Forte,
alla conferenza stampa sulla preparazione della III Assemblea Generale
del Sinodo dei Vescovi, 05.11.2013